In un contesto come quello montano, la necessità di coniugare nuove tecniche costruttive e nuove esigenze etiche (la sostenibilità, su tutte) con quelle della continuità nella storia del territorio e del paesaggio, sono più urgenti che altrove. Rispettare i caratteri dell’architettura locale non significa però limitare la “creatività”. Al contrario, progettare all’interno di una griglia di forme tipiche comporta un impegno forse più difficile ma non meno gratificante. Quello di lavorare su forme consolidate dalla storia, il cui valore è certificato dell’esperienza. Uno sforzo che, viste le condizioni dell’edilizia oggi, sembra quasi fuori dal tempo, una sfida persa in partenza dove non esistono scorciatoie ma la continua ricerca delle questioni fondamentali. Questo progetto si riferisce innanzitutto a quelle questioni, alle forme necessarie (la casa come utensile) dove l’immagine evocata, quella più tipica (i rascard, per esempio) riemerge sempre come parte stessa della costruzione. Dove ogni soluzione è adeguata allo scopo, senza nessuna velleità artistica o pretesa originalità.